Tutte le degustazioni ufficiali di vino, dalle commissioni per rilasciare o meno l’appellativo DOC o DOCG , agli assaggi fatti da organizzazioni,sommeliers a qualsiasi titolo vengono tutte fatte con le etichette coperte o piu’ pomposamente sono blind-test.
Se gli esperti del settore, anche quelli super bravi che
riconoscono il vitigno, l’annata e le sfumature di ogni profumo , sono
influenzati nel loro giudizio dal nome del produttore , mi chiedo: quando il normale consumatore sceglie una bottiglia
di vino quanto beve il contenuto e
quanto l’etichetta?
Non azzardo una
percentuale ,ma secondo me e’ altissima e me lo fanno pensare
le posizioni preminenti che hanno assunto vini famosi senza averne i
meriti equivalenti , ma qui mi fermo per
non venir tacciato di quello polemico o di essere la volpe alle prese con l’uva
di Esopo.
Ritorno allora ad illustrare le foto che ritraggono il
sottoscritto ed il nostro importatore di vini in Danimarca alle prese con una
impegnativa degustazione “al buio”.
Sul tavolo alcune bottiglie di nostra produzione ed alcune
portate dal nostro ospite nordico per
confrontare i vini di Palazzo Bandino
con quelli concorrenti che Lui aveva acquistato in cantine o enoteche della
zona.
Non Vi nascondo che
in queste occasioni la preoccupazione maggiore e’ quella di non riconoscere i
propri vini ed accanirsi con giudizi sprezzanti
su profumi, corpo e retrogusto di
una bottiglia , salvo poi ,a etichette scoperte , riconoscerlo come uno dei
tuoi prodotti di cui andavi tanto fiero.
Vi sembrera’ incredibile, ma non lo e’ affatto , specie
quando si assaggiano 11 o 12 vini intervallati da una crosta di pane e un po’
d’acqua.
La degustazione e’ andata molto bene ed i nostri vini,
specialmente il Chianti, il Rosso di Montepulciano ed il Nobile si sono fatti
valere sia in valore assoluto sia per il loro rapporto prezzo qualita’. Il
nostro amico infatti ha riconfermato la fornitura fatta negli anni passati aumentando le quantita’ per alcune annate.
Tra i vini assaggiati uno , concordemente , ha avuto una
menzione speciale , il Luenzo , un sangiovese in purezza prodotto da una cara
amica , Letizia Cesani , che opera a S. Gimignano.
Letizia e’ l’esempio di come la sensibilita’ e la
raffinatezza di una donna possono
esprimere un ottimo vino ed una originale presentazione.
Per quanto mi riguarda ho avuto conferma anche in questa
degustazione, come era gia’ successo prima, che i vini di Palazzo Bandino sono
considerati dei vini” tradizionali “.
Questo aggettivo suona per molti come un limite, significa
cioe’ che non sei riuscito a dare quel tocco di internazionalita’ che il
cabernet, il merlot ,il syrah e il verduzzo danno al nostro sangiovese,
Ecco per me e’ un merito in quanto credo che se c’è un
motivo per cui da tutto il mondo visitano la Toscana e’ perche’ qui trovano
paesaggi storia e cibo che non esiste in altre parti del mondo così come se
vogliono i nostri vini devono trovare il sangiovese che matura al nostro sole
estraendo i sali dalla nostra argilla, anzi dalla nostra creta.
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