lunedì 22 luglio 2013

Quanto puo' la suggestione??...BLIND TASTING


Tutte le degustazioni ufficiali di vino, dalle commissioni per rilasciare o meno l’appellativo DOC o DOCG , agli   assaggi  fatti da organizzazioni,sommeliers   a qualsiasi titolo vengono tutte fatte con le etichette coperte  o piu’ pomposamente sono blind-test.







Se gli esperti del settore, anche quelli super bravi che riconoscono il vitigno, l’annata e le sfumature di ogni profumo , sono influenzati nel loro giudizio dal nome del produttore , mi chiedo: quando  il normale consumatore sceglie una bottiglia di vino quanto   beve il contenuto e quanto l’etichetta?

Non azzardo  una percentuale ,ma secondo me e’ altissima e me lo fanno  pensare  le posizioni preminenti che hanno assunto vini famosi senza averne i meriti equivalenti , ma qui mi fermo  per non venir tacciato di quello polemico o di essere la volpe alle prese con l’uva di Esopo.

Ritorno allora ad illustrare le foto che ritraggono il sottoscritto ed il nostro importatore di vini in Danimarca alle prese con una impegnativa  degustazione  “al buio”.

Sul tavolo alcune bottiglie di nostra produzione ed alcune portate dal nostro ospite nordico  per confrontare i  vini di Palazzo Bandino con quelli concorrenti che Lui aveva acquistato in cantine o enoteche della zona.

Non  Vi nascondo che in queste occasioni la preoccupazione maggiore e’ quella di non riconoscere i propri vini ed accanirsi con giudizi sprezzanti  su profumi, corpo e retrogusto  di una bottiglia , salvo poi ,a etichette scoperte , riconoscerlo come uno dei tuoi prodotti di cui andavi tanto fiero.

Vi sembrera’ incredibile, ma non lo e’ affatto , specie quando si assaggiano 11 o 12 vini intervallati da una crosta di pane e un po’ d’acqua.

La degustazione e’ andata molto bene ed i nostri vini, specialmente il Chianti, il Rosso di Montepulciano ed il Nobile si sono fatti valere sia in valore assoluto sia per il loro rapporto prezzo qualita’. Il nostro amico infatti ha riconfermato la fornitura fatta negli anni passati  aumentando le quantita’  per alcune annate.

Tra i vini assaggiati uno , concordemente , ha avuto una menzione speciale , il Luenzo , un sangiovese in purezza prodotto da una cara amica , Letizia Cesani , che opera a S. Gimignano.

Letizia e’ l’esempio di come la sensibilita’ e la raffinatezza  di una donna possono esprimere un ottimo vino ed una originale presentazione.

Per quanto mi riguarda ho avuto conferma anche in questa degustazione, come era gia’ successo prima, che i vini di Palazzo Bandino sono considerati dei vini” tradizionali “.
Questo aggettivo suona per molti come un limite, significa cioe’ che non sei riuscito a dare quel tocco di internazionalita’ che il cabernet, il merlot ,il syrah e il verduzzo danno al nostro sangiovese,
Ecco per me e’ un merito in quanto credo che se c’è un motivo per cui da tutto il mondo visitano la Toscana e’ perche’ qui trovano paesaggi storia e cibo che non esiste in altre parti del mondo così come se vogliono i nostri vini devono trovare il sangiovese che matura al nostro sole estraendo i sali dalla nostra argilla, anzi dalla nostra  creta.
                                                                                                                                                                                                

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