Ceppo acceso |
Per ceppo s'intende propriamente quel blocco che sta a fior di terra e
sotto questa, dove si annodano le radici e da dove il fusto della
pianta si eleva verso il cielo. Grande simbolo di unità, nodo di forze,
emblema della famiglia con i polloni e virgulti, immagine della vita per
la forza e capacità di collegare due mondi.
In
certi luoghi il Ceppo doveva durare fino a tutto il giorno seguente,
ovvero anche per tutto Santo Stefano. In altri entrava anche nella
ritualità magico-familiare del Capodanno e doveva durare, bruciando
ininterrottamente, fino alla Befana. Altri tempi, altri camini e altri
ceppi.
Era il simbolo dell'unione del cielo e della terra, con
la luce; dell'unione e dell'amore della famiglia con il fuoco e, dal
suo essere polarità di forze benefiche, emanazione di flussi positivi
nella casa e nella terra.
A questa nuova entità che veniva
ad abitare per poco la casa, si collegavano usanze varie, tra le quali
la più conosciuta e vistosa era quella di portare doni ai bambini.
Questi regali (si trattava di cose semplici, come dolci, frutta, modesti
giocattoli) si potevano disporre sopra il Ceppo stesso nella mezzanotte
del Natale, se le dimensioni lo permettevano, oppure si facevano cadere
in vari modi o dal camino o da qualche altra apertura.
I bambini,
prima d'arrivare al momento di avere i doni, andavano in un'altra
stanza, oppure venivano bendati e recitavano una preghiera, detta
L'Avemmaria del Ceppo, che dice:
Ave Maria del Ceppo,
Angelo benedetto!
L'Angelo mi rispose
Ceppo mio bello, portami tante cose!
Il Ceppo parlava, rispondeva, si comportava come una sorta di spirito e
da qui è venuta la sua trasformazione in entità eterea antropomorfa,
fino a prendere le forme concrete di fantoccio, e quindi quelle, trovate
forse per la strada, di Babbo Natale.
Alberello |
Babbo Natale...invischiato |
Proprietà e credenze popolari
Dalle sue faville si traevano presagi. Il capoccia la notte di Capodanno scoteva il Ceppo dicendo:
Quanto verrà di grano?
Se le scintille che uscivano dal Ceppo e volavano su per il camino erano molte, era segno che il raccolto sarebbe stato abbondante, se erano poche il raccolto sarebbe stato scarso. E così continuava:
Quanto verrà di vino?
Quanto verrà di olio?
Quanto verrà di castagne?
Dalle sue faville si traevano presagi. Il capoccia la notte di Capodanno scoteva il Ceppo dicendo:
Quanto verrà di grano?
Se le scintille che uscivano dal Ceppo e volavano su per il camino erano molte, era segno che il raccolto sarebbe stato abbondante, se erano poche il raccolto sarebbe stato scarso. E così continuava:
Quanto verrà di vino?
Quanto verrà di olio?
Quanto verrà di castagne?
Si
stuzzicava, si batteva il Ceppo con la paletta o con le molle del fuoco
per fargli fare le monachine, le scintille che uscendo dalla cappa del
camino andavano a portare prosperità nei campi.
Le sue ceneri venivano sparse nei terreni coltivati per tenere lontane le malattie delle piante e propiziare buoni raccolti.
I tizzoni venivano riaccesi durante le tempeste per tenere lontani i fulmini.
Chi dorme la notte di Natale col capo appoggiato al Ceppo (o vicino a questo) vedrà realizzati i suoi sogni.
Un
frammento incombusto del Ceppo si toglieva dal camino e si metteva
spento sotto il letto: aveva la proprietà di proteggere la casa dagli
spiriti maligni.
Con i carboni del Ceppo si segnavano i buoi e altri animali malati per guarirli dagli influssi negativi.
Zona benessere a Natale |
Avvento |
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