venerdì 14 dicembre 2012

A Palazzo Bandino...ci Natalizziamo!

Ceppo acceso
Per ceppo s'intende propriamente quel blocco che sta a fior di terra e sotto questa, dove si annodano le radici e da dove il fusto della pianta si eleva verso il cielo. Grande simbolo di unità, nodo di forze, emblema della famiglia con i polloni e virgulti, immagine della vita per la forza e capacità di collegare due mondi.
In certi luoghi il Ceppo doveva durare fino a tutto il giorno seguente, ovvero anche per tutto Santo Stefano. In altri entrava anche nella ritualità magico-familiare del Capodanno e doveva durare, bruciando ininterrottamente, fino alla Befana. Altri tempi, altri camini e altri ceppi.
Era il simbolo dell'unione del cielo e della terra, con la luce; dell'unione e dell'amore della famiglia con il fuoco e, dal suo essere polarità di forze benefiche, emanazione di flussi positivi nella casa e nella terra.

A questa nuova entità che veniva ad abitare per poco la casa, si collegavano usanze varie, tra le quali la più conosciuta e vistosa era quella di portare doni ai bambini. Questi regali (si trattava di cose semplici, come dolci, frutta, modesti giocattoli) si potevano disporre sopra il Ceppo stesso nella mezzanotte del Natale, se le dimensioni lo permettevano, oppure si facevano cadere in vari modi o dal camino o da qualche altra apertura.
I bambini, prima d'arrivare al momento di avere i doni, andavano in un'altra stanza, oppure venivano bendati e recitavano una preghiera, detta L'Avemmaria del Ceppo, che dice:
Ave Maria del Ceppo,
Angelo benedetto!
L'Angelo mi rispose
Ceppo mio bello, portami tante cose!
Il Ceppo parlava, rispondeva, si comportava come una sorta di spirito e da qui è venuta la sua trasformazione in entità eterea antropomorfa, fino a prendere le forme concrete di fantoccio, e quindi quelle, trovate forse per la strada, di Babbo Natale.

Alberello

Babbo Natale...invischiato
Proprietà e credenze popolari
Dalle sue faville si traevano presagi. Il capoccia la notte di Capodanno scoteva il Ceppo dicendo:
– Quanto verrà di grano?
Se le scintille che uscivano dal Ceppo e volavano su per il camino erano molte, era segno che il raccolto sarebbe stato abbondante, se erano poche il raccolto sarebbe stato scarso. E così continuava:
– Quanto verrà di vino?
– Quanto verrà di olio?
– Quanto verrà di castagne?
Si stuzzicava, si batteva il Ceppo con la paletta o con le molle del fuoco per fargli fare le monachine, le scintille che uscendo dalla cappa del camino andavano a portare prosperità nei campi.
Le sue ceneri venivano sparse nei terreni coltivati per tenere lontane le malattie delle piante e propiziare buoni raccolti.
I tizzoni venivano riaccesi durante le tempeste per tenere lontani i fulmini.
Chi dorme la notte di Natale col capo appoggiato al Ceppo (o vicino a questo) vedrà realizzati i suoi sogni.
Un frammento incombusto del Ceppo si toglieva dal camino e si metteva spento sotto il letto: aveva la proprietà di proteggere la casa dagli spiriti maligni.
Con i carboni del Ceppo si segnavano i buoi e altri animali malati per guarirli dagli influssi negativi.
Zona benessere a Natale


Avvento

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