lunedì 5 novembre 2012

C'era...una VOLTA!!!


La foto risale al 1990 e rievoca uno dei momenti piu' delicati della ristrutturazione di Palazzo Bandino.In fase di progetto era stato detto che si poteva fare tutto (dal punto di vista strutturale), ma "quel" muro non potevamo toccarlo, in quanto era portante di tutti i solai che arrivavano al tetto.
Con questo punto fermo sempre presente si procedeva speditamente nel lavoro, sottofondando tutti i muri perimetrali, finchè un giorno toccò a "quel" muro.




Si trattava del muro che si trovava dove ora ci sono i 2 grandi archi della zona ricevimento;era un muro largo oltre un metro e dava la sensazione di essere tanto massiccio da  aver sfidato   i  secoli.
Iniziammo la sottofondazione, cioe' quella pratica che consiste nel fatto che si scava la solo la meta' della base del muro per non comprometterne la staticita', poi si fa una gettata di cemento armato ed una volta che si e' solidificato si procede allo stessa maniera dalla parte opposta.

In questa maniera il muro  che prima poggiava sulla nuda terra dopo poggia su una fondazione di cemento armato.
Non appena iniziato lo scavo arrivo' la sorpresa , il muro apparentemente solido si sbriciolava letteralmente alla luce e risultava formato solo da sassi sovrapposti a secco mescolati con argilla, che nel tempo si era asciugata lasciando spazio per i nidi di insetti e roditori.
Un problema che avrebbe potuto comportare il crollo di tutta la struttura.
Naturalmente sospendemmo subito il lavoro e'  avvertimmo  il progettista che arrivo' notevolmente preoccupato. 

 

Ci spiego' che quel muro probabilmente risaliva al tempo degli etruschi e quella era la loro tecnica costruttiva basata sulla mole del muro piu' che sulla sua solidita', in antichita' si suppliva alla mancanza di malte cementizie con la grande disponibilita' di pietre raccolte nei campi. Al momento non fui affascinato dal fatto che il cuore, architettonicamente parlando, di casa mia avesse una origine così nobile, ma osservavo le facce preoccupate del progettista, dell'impresario e del capo-mastro.
Ora a mente fredda posso crogiolarmi all'idea che il nucleo  originario di Palazzo Bandino risalisse a oltre 2000 anni  fa e che successivamente nelle varie epoche sia stato sede di un monastero benedettino e poi di una fattoria assegnata ai miei avi ma al momento Vi assicuro che la preoccupazione fu tanta.
Dietro consiglio del progettista, Stefano Feri, puntellammo tutto il piano basso con i "cristi", quei puntelli a forma di croce che servono a sostenere i solai in caso di bisogno e provvedemmo a creare 2 tagli trasversali nel muro e facemmo un plinto di fondazione su cui appoggiammo 2 colonne di mattoni pieni.
Poi forando la facciata facemmo passare una longherina di ferro delle dimensioni di 40x40 cm. e la appoggiammo sulle colonne per sostenere i piani soprastanti.
Questo ci ha permesso di togliere quella parte di muro che era rimasto e ampliare l'ingresso alla condizione attuale.

Come prima considerazione possiamo dire che non bisogna fermarsi alle apparenze, ma questo e' abbastanza banale infatti il motivo per cui ho pensato di  condividere  questo mio ricordo e' il fatto che spesso  viviamo accanto alla Storia, ci drusciamo le spalle come nel caso del nostro muro per anni, poi succede qualcosa e si apre una finestra sul passato e da quella finestra si intravede un mondo di persone che hanno vissuto, lottato ,gioito ,  si sino cibati  dei  prodotti della nostra terra e hanno creato le condizioni affinche noi diventassimo quello che siamo;forse anche questo e' banale ma mi ha affascinato e ho pensato di comunicarvelo.

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